I cipolloni (Liberamente tratto da: Passioninsieme – “La biònda ad Santarcanzal ad Rumagna. Zvòla da aqua”)
Da tantissimi anni dal fiume Marecchia partono canali pieni d’acqua per il funzionamento dei mulini tra Poggio Beni e Santarcangelo, le cosiddette “fosse”.
L’acqua è utilizzata anche dai contadini per irrigare le loro coltivazioni.
Un tempo, come oggi, la città di Santarcangelo era famosa per la coltivazione della cipolla “da acqua”tanto che i Riminesi ci beffeggiavano chiamandoci “Zvùléun” “Cipolloni” e noi, per non essere da meno, abbiamo dato loro l’appellativo di “Sipulèin” “Seppiolini”.
Questa cipolla è ancora prodotta ed è ottima consumata cruda insieme al radicchio, condita con un ottimo olio extravergine delle nostre colline, sale grosso e aceto di vino Sangiovese ed assaporata all’interno di una piadina calda fumante.
Adesso a Santarcangelo “ci siamo evoluti” e ci facciamo chiamare “Clementini” (non gli agrumi, bensì concittadini di Papa Clemente XIV).
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