GIULIANA ROCCHI (23)
Poetessa autodidatta dialettale santarcangiolese.
Conosciuta come la Giuliana ad Galinòun, dal soprannome del padre Federico, nasce a Santarcangelo il 16 Aprile 1922 e muore a Rimini nel 1996.
Giuliana perde la madre Giuseppina all’età di soli dieci anni e comincia a lavorare per contribuire all’economia famigliare senza neppure aver conseguito il diploma di licenza elementare.
Spigolatrice, operaia all’Arrigoni di Cesena, al Lanificio di Rimini, alla Corderia di Santarcangelo, domestica a ore, Giuliana è fondamentalmente una poetessa autodidatta anche se ha sempre rifiutato l’appellativo di poetessa.
Nel 1964, durante la lotta operaia contro la chiusura della Corderia, compone la sua prima filastrocca, genere nel quale il padre soleva elaborare i propri componimenti che declamava durante le veglie presso le case dei contadini.
Nel 1972 la Rocchi esce allo scoperto pubblicando i suoi versi su Tuttosantarcangelo periodico dell’amministrazione clementina che proprio in quell’anno lancia dalle sue pagine una campagna per la valorizzazione del dialetto e della poesia dialettale.
Nel 1980 vede la luce la sua prima opera poetica dal titolo “La vóita d’una dòna” grazie all’interessamento dell’amica giornalista Rina Macrelli, figura di spicco di quel Circolo del Giudizio della Santarcangelo del dopoguerra che contava tra gli altri Tonino Guerra, Raffaello Baldini, Gianni Fucci, Nino Pedretti, Flavio Nicolini.
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