Collegiata
(Chiesa Collegiata)

Nel 1741 Papa Benedetto XIV, accogliendo la richiesta espressa dal clero e dalla comunità locale, soppresse le due esistenti parrocchie (la antica Pieve dedicata a S. Michele Arcangelo e la chiesa di Sant’Agata) ed autorizzò la costruzione di una nuova, unica, grande, chiesa parrocchiale e collegiale (cioè retta da un collegio di canonici – nove per la precisione – da cui la sua denominazione di Collegiata). Essa fu dedicata alla Beata Vergine del Rosario.

La costruzione iniziò nel 1744, su progetto dell’architetto riminese Giovan Francesco Buonamici, e terminò dodici anni dopo. La realizzazione di un così imponente edificio, nonostante le difficoltà del tempo, fu resa possibile dall’utilizzazione delle disponibilità economiche delle due parrocchie soppresse nonché da donazioni della comunità e di alcuni facoltosi abitanti; anche le quattro Confraternite santarcangiolesi diedero il loro contributo ponendo i loro altari nella nuova chiesa. Nonostante questi sforzi, le disponibilità economiche si esaurirono, per cui il secondo campanile rimase incompiuto, come lo è tuttora. (Da segnalare invece che la cupola del primo campanile venne aggiunta nel 1937, assieme al portale in pietra)

Nel 1779 poi, per abbellire ancor più la Collegiata e per rendere più suggestive le funzioni religiose qui celebrate, venne ordinato al veneziano Gaetano Callido, il più prestigioso “organaro” dell’epoca, la costruzione dello splendido organo, ancor oggi magnificamente funzionante – dopo il restauro eseguito nel 1987/88 – è visibile sopra la porta d’ingresso principale della chiesa.

Collegiata_dallalto

La Collegiata ospita l’opera di Guido Cagnacci, “San Giuseppe, S. Eligio e Gesù Bambino”, che fu richiesta al pittore santarcangiolese dalla Confraternita dei falegnami e dei fabbri del paese ed infatti raffigura i santi protettori dei due mestieri. L’opera è firmata e datata anno 1635 ed è la prima che con certezza si può attribuire al pittore santarcangiolese. Al suo interno è conservato anche il crocifisso della scuola giottesca riminese del 300 proveniente dall’antica Pieve.

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